| L’origine dei tarocchi è ignota; non si sa con certezza chi siano gli inventori di un metodo di crescita personale così perfezionato e ambizioso, il cui obiettivo finale è il raggiungimento della conoscenza suprema. Non sappiamo né la data né il luogo in cui prese forma, prima come idea e poi come immagini, l’essenza dei rituali capaci di produrre mutamenti profondi in coloro che sono chiamati a seguire la via dei tarocchi come strumento evolutivo.
Possiamo però essere certi che l’intenzione degli antichi creatori dei tarocchi fu quella di estendere la sacra conoscenza, per mezzo della contemplazione dei simboli contenuti negli Arcani di ogni mazzo.
Per diffondere il progetto, arrivarono alla conclusione che la cosa migliore sarebbe stata affidarne la divulgazione a persone inquiete, di spirito libero, amanti del mistero e dell’occulto, sempre in cerca della verità. I saggi maestri decisero di “etichettare” i tarocchi con la loro prerogativa principale, ossia la loro immensa capacità di predire il futuro: così i veggenti, i sensitivi, i maghi e i mistici ebbero a disposizione uno strumento adattabile alle esigenze e ai desideri di ciascuno di loro.
E così i tarocchi continuano ad accompagnarci, con la loro spiritualità pura e il loro potere formativo, e ad aiutarci con efficacia insuperabile da diversi secoli.
Court de Gébelin
Tra gli indovini e gli amici dei tarocchi, esiste da sempre la credenza quasi unanime che essi siano di origine egiziana; la semplice contemplazione delle belle figure dei tarocchi di Marsiglia può evocare nella nostra mente un viaggio sulle acque del Nilo sotto le stelle di una notte d’estate, dove gli Arcani sono i templi che sorgono sulle due sponde, nella terra degli dèi. In effetti, l’etimologia della parola tarocchi è egizia: deriva da Tar, che significa “via, cammino” e Ro-Ros-Rob, che significa “reale”, affermando quindi che i tarocchi sono una via maestra che conduce alla conoscenza della verità suprema.
Fu però un teologo della Chiesa riformata, Antoine Court de Gobelin, che nella sua opera momumentaleLe Monde Primitif (pubblicata a Parigi tra il 1773 e 1782) attribuì l’orogine di tarocchi all’antica cultura egizia.
Come fare le carte.
Fare le carte è un’arte, che richiede doti da artista: ispirazione, sensibilità, capacità di vedere al di là dell’evidenza di forme e figure, in questo caso quelle degli Arcani dei tarocchi.
Leggere i tarocchi però è anche una scienza, con le sue leggi, formule, principi e una pratica specifica, che è necessario conoscere, rispettare e applicare scrupolosamente.
Tratto da L’arte della Divinazione Edizioni del Prado.
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